Perché nel metodo Tomatis si usano i canti gregoriani? Sono indispensabili nel trattamento? Da quando il Metodo è nato, ormai 60 anni fa, nelle sedute di ascolto si sono sempre usati i canti gregoriani.
Oltre alla musica di Mozart, ascoltata con variazioni di tonalità introdotte elettronicamente, sono sempre stati presenti i canti gregoriani.
Più precisamente, la loro presenza minima è di mezz’ora ogni ora o due di musica.
I canti gregoriani utilizzati sono quasi sempre quelli dei monaci francesi dell’abbazia di Solesmes. Essi sono sottoposti ad una alterazione di tonalità molto minore rispetto alla musica. L’ascolto è solo leggermente diverso rispetto a come siamo abituati a sentirli. Per essere più precisi, è presente solo una variazione di tonalità oscillatoria.
Ma perché sono così presenti nelle sedute? Secondo il prof. Tomatis sono molto utili per regolare l’equilibrio neurovegetativo, in parole semplici per ridurre l’ansia e lo stress. E per indurre una respirazione calma e regolare.
In effetti, la musica di Mozart ha una azione leggermente eccitante e rinvigorente di per sé. Il ritmo musicale è dell’ordine di 120 battiti al minuto.
In parole semplici ha una azione più rinvigorente che calmante. Per alcune categorie di persone, come anziani, cerebrolesi, bambini iperattivi, la stimolazione potrebbe essere eccessiva in relazione alle loro possibilità, ed indurre ansia e nervosismo.
Non a caso, dopo le sedute di ascolto nei primi giorni avvertiamo spesso la necessità di muoverci, più che di rilassarci.
Ritengo che il prof. Tomatis abbia tenuto conto di questi fenomeni. Il canto gregoriano ha al riguardo un’azione di bilanciamento. Infatti il ritmo musicale è circa la metà di Mozart; stiamo sui 60 battiti al minuto, ovvero un ritmo molto vicino a quello cardiaco. L’azione calmante è reale, ed è apprezzata spesso dalle persone che secondo la medicina cinese sono Yang, ovvero hanno molta energia e tonicità, soffrono di insonnia, stress, allergie e così via.
Per questo il canto gregoriano si è rivelata per molto tempo una buona scelta. Per le sue caratteristiche di indurre calma e regolarità nel respiro in molti soggetti, e di bilanciare il grande dinamismo ed energia di molte musiche di Mozart, accentuate dalle oscillazioni indotte dall'”orecchio elettronico”, efficaci per stimolare ed energizzare il sistema nervoso centrale.
Nella mia esperienza, tuttavia, ed anche in quella del mio collega Diego Taccuso, a volte i gregoriani risultano pesanti e noiosi. Pensiamo soprattutto agli adolescenti. Anche fra gli adulti, non tutti li amano, visto la loro forte connotazione religiosa. Come tener conto di tutto questo allora?
Ai tempi di Tomatis gli apparecchi per la terapia erano grandi e molto costosi. Ogni studio aveva poche macchine. Inoltre, per avere delle registrazioni durevoli, si usavano dei registratori a bobine, che comportavano la necessità di cambiare le bobine ogni mezz’ora di terapia. Per questi motivi era molto difficile realizzare una terapia su misura per ogni soggetto.
Ma oggi le cose sono cambiate. Da pochi anni il mio collega Diego Taccuso ha realizzato il primo “orecchio elettronico di Tomatis” per tablet, rendendo la terapia molto più semplice ed economica, con la possibilità di realizzarla al proprio domicilio. Egli ha introdotto anche svariate migliorie ed affinamenti al trattamento, che diventa più efficace e personalizzato. Nella nostra esperienza i risultati ottenuti sono largamente positivi.
Con l’avvento della terapia su tablet, è possibile realizzare un programma terapeutico a misura del singolo caso.
Ma c’è una considerazione più importante del gradimento. Siamo davvero sicuri che siano così utili? Oltre a calmare e regolarizzare il respiro, hanno degli effetti terapeutici duraturi sul miglioramento dell’ascolto o sul sistema nervoso?
A mio modesto avviso, la risposta è un bel NO. Le prove scientifiche di un beneficio duraturo, soprattutto sui bambini (non considero coloro che praticano la meditazione) sono assolutamente insufficienti.
Questo vuol dire che ho smesso di usarli? No, se il soggetto li gradisce li inserisco più che volentieri. Ma per bambini e adolescenti mi sembrano superflui.
Come comportarsi, allora? Ci sono due possibilità. Una è quella di usare la sola musica. L’altra è di sostituirli con delle corali, ovvero con canti polifonici.
Ultimamente, sto pensando seriamente a questa seconda possibilità. I vantaggi sono evidenti. Si possono scegliere i brani più graditi al soggetto, inserendo così anche alcuni concetti propri della musicoterapia classica nella programmazione delle sedute.
In questo modo possiamo dare una gratificazione estetica al soggetto. Quest’ultimo si trova infatti ad ascoltare, per ragioni terapeutiche, brani con tonalità stridenti o con variazioni improvvise e molto intense di tonalità. Ciò fa parte del metodo. L’ascolto di una mezz’ora di corali ogni ora di musica può rappresentare un buon bilanciamento.
E’ mia intenzione introdurre questi concetti in terapia nei prossimi mesi. L’introduzione di altri Autori oltre Mozart, già realizzata dal collega Diego Taccuso, si rivela molto gradita ai clienti, senza perdere nulla degli effetti terapeutici positivi.